La dieta FODMAP non serve

Dieta FODMAP: cosa penso (davvero)

Negli ultimi anni, la dieta FODMAP è diventata la soluzione più consigliata a chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o di ipersensibilità intestinale.
Funziona? Sì, ma solo in parte. Ti spiego perché.

Cos’è la dieta FODMAP

La dieta FODMAP nasce all’Università di Monash, in Australia, con l’obiettivo di ridurre i disturbi intestinali come gonfiore, dolori addominali, meteorismo e alterazioni dell’alvo (stitichezza o diarrea).
I FODMAP sono zuccheri fermentabili presenti in molti alimenti comuni – come frutta, verdura, legumi, latticini, cereali – che in alcune persone possono fermentare in eccesso, causando disagio.

Come funziona

Il percorso si divide in tre fasi:

  • Fase 1 di eliminazione (4–6 settimane): si evitano gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP per dare tregua all’intestino.
  • Fase 2 di reintroduzione: si reinseriscono gradualmente, uno alla volta, per capire quali sono tollerati e quali no.
  • Fase 3 di mantenimento personalizzato: si costruisce un piano alimentare su misura, in base alle proprie soglie di tolleranza.

È un percorso che richiede attenzione, pazienza e accompagnamento professionale.

I PRO della dieta FODMAP

  • Ti aiuta a capire quali alimenti ti causano disagio
  • Ti guida verso uno stile alimentare più adatto al tuo intestino
  • La reintroduzione graduale ti insegna a leggere le reazioni del corpo
  • L’eliminazione iniziale può ridurre gonfiore e fastidi, restituendo leggerezza

I CONTRO (che si dicono meno)

Resta centrata solo sul cibo, trascurando il coinvolgimento emotivo. Ti sarà capitato di mangiare “bene”, eppure non sentirti meglio.
L’IBS è un disturbo su base neurovegetativa, quindi il cibo è solo uno dei fattori. Se l’intestino è teso, stressato o in allerta, anche la dieta migliore funziona a metà.
Spesso si sottovaluta lo stile di vita: l’attività fisica, ad esempio, viene vista come soluzione per “sfiammare la pancia”, ma se scegli quella sbagliata (come la corsa), rischi di peggiorare i sintomi.

Cosa ne penso davvero

La verità è che la dieta FODMAP da sola non basta.
L’IBS non è una semplice “intolleranza alimentare”, ma una condizione multifattoriale che richiede un approccio a tutto tondo:

  • Alimentare, per riconoscere gli alimenti pro-infiammanti e capire se e come reinserirli.
  • Comportamentale, per costruire abitudini che sostengano il tuo benessere psicofisico nel tempo.
  • Emotivo, per imparare a prevenire le reazioni dell’intestino quando è sotto stress.

Il nostro intestino è il primo organo di difesa. Se è infiammato o in allerta, anche il sistema immunitario e il tono dell’umore ne risentono.
Per questo non basta togliere: serve ascoltare, comprendere e ricostruire.

Conclusione

La dieta FODMAP può essere un ottimo punto di partenza, ma non è la destinazione.
Serve una guida che ti aiuti a trasformare quel “non tollero niente” in un “so cosa mi fa bene e come gestirlo”.
E quel lavoro non si fa solo con il piatto, ma anche con la mente e con il respiro.

Se ti ritrovi in queste parole, non partire da sola: l’obiettivo non è togliere sempre di più, ma capire cosa ti fa stare bene davvero.

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